Martedì 13 novembre in tutta l’India si festeggia il Diwali, o “festival delle luci”, una delle più importanti festività del calendario indù.
Ogni casa si ricopre di luci colorate per celebrare la vittoria del bene sul male ed il ritorno a casa del dio Rama. Durante il Diwali inoltre, si prega la divinità Kali affinché porti salute nella propria casa.
Secondo la tradizione, se durante la notte tra il 13 ed il 14 novembre la divinità troverà una casa accogliente, decorata e illuminata, entrerà più volentieri, accogliendo quindi le preghiere dei propri fedeli.
Martedì 13 novembre 2012 in un quartiere di Ranchi, quartiere a prevalenza cristiana.
Sono seduta nella piccola cucina di Puja, ipnotizzata dai suoi gesti sicuri e precisi. La guardo senza riuscire a dire una sola parola. Osservo la delicatezza con cui prepara il riso, l’eleganza con cui si
muove tra le pentole ed i contenitori di alluminio…questo silenzio non è imbarazzante, è il silenzio un po’ emozionato che precede la celebrazione della festa di questa sera.
Puja ha 22 anni, indù, è nata e cresciuta in quel quartiere di Ranchi. Non ha avuto la possibilità di studiare, eppure riesce a parlare con me in inglese…non so dove l’abbia imparato! Lavora da qualche anno in una sartoria, è una ricamatrice. Vive in una stanza in affitto con la sua famiglia (padre, madre, un fratello ed una sorella): stesso letto e nessun bagno. I genitori stanno cominciando a pensare al suo matrimonio, forse il prossimo anno le faranno conoscere il futuro marito.
Un po’ di farina e un po’ d’acqua per i chapati; patate; farina di ceci, acqua, sale, lievito, peperoncino per i pakori (il mio piatto preferito).
Capisco che Puja mi sta preparando tutto ciò che preferisco…ok, farò cena a casa sua!
Poi comincia a schiacciare il riso su una pietra piatta fino a quando ne esce una cremina bianca, che mette da parte in un angolino.
I bambini delle altre stanze in affitto entrano ed escono, portano dei colori a dita, dei pennelli e urlano “happy diwali happy diwali”!
La mamma di Puja oggi è a digiuno. Arriva a casa stanca, si siede per terra e prepara e allestisce un piccolo angolo dedicato alla preghiera.
Puja e la sorella allora prendono i colori a dita e la cremina bianca di riso per creare dei disegni ornamentali sul pavimento. La piccola entrata di casa, e l’altra entrata che da sulla camera da letto
vengono colorate e dipinte con cura. Disegni rossi, verdi, bianchi e gialli.
Ed è già ora di cena…prima mangiano il fratello e il padre, poi noi due, sedute una di fronte all’altra nel minuscolo spazio della cucina. I miei chapati non sono perfettamente tondi, ma è tutto buonissimo … come sempre.
La mamma e la sorella mangeranno dopo la preghiera serale che coinvolgerà tutta la famiglia fino a tardi.
Tutto intorno è festa…do un’occhiata alle altre porticine che danno sul cortile interno e sono ormai completamente adornate di luci colorate.
E finalmente è il momento di accendere i diya! I diya sono piccoli porta- candele di terracotta che vengono disposte davanti alle case come a formare un corridoio, o sui balconi, o sui muretti delle case e dei cortili… La notte del diwali i diya sono ovunque…
Puja e la sorella riempiono i piccoli diya di olio e preparano tanti pezzi di cotone da metterci dentro, e io… ho il compito di accendere tutti i piccoli dyia davanti alla casa di Puja…Emozionata!
E’ tutto pronto!
La mamma mi chiede di poter fare una preghiera con lei… Mi avvicino al piccolo altarino che ha preparato, mi siedo a gambe incrociate e prego… O forse non prego, ma penso… Penso che mi sento a casa, e penso che sono fortunata e che vorrei poter esprimere tutta la mia gratitudine per chi ha saputo farmi sentire in famiglia.
E così, la abbraccio.
Grazie!
Federica