Era il 2018 ed io ero una studentessa di medicina che, nel poco tempo libero che aveva, pensava a viaggiare, andare ai concerti e scrivere dei due temi sopracitati. Quell’estate ero partita con Jarom Onlus per un campo di volontariato e nel frattempo cercavo spunto per una rubrica da pubblicare su Dischirotti. Da questi eventi è nato spontaneamente Indian Tapes.
Sono passati due anni e sono cambiate molte cose: sono un medico, nel mio tempo libero sono confinata in casa (vista la pandemia) e non scrivo più. Alcune cose però sono esattamente come allora: da quel campo non ho mai lasciato Jarom e ancora mi vengono gli occhi lucidi se rileggo quello che ho scritto in quei 20 giorni.
Per questo motivo, in occasione del rinnovo del sito, abbiamo deciso di riproporvi questi racconti, per ricordare momenti felici a chi li ha vissuti e condividerli con tutti gli altri, nella speranza di poterne creare di nuovi nel prossimo futuro.
Buona lettura e un abbraccio a distanza,
V.
Indian Tapes_Intro
Quest’anno ho deciso di mettere la mia felicità prima.
Motivo per cui faccio delle vacanze pazzesche: parto per l’India, vado via un mese, in cui farò per una ventina di giorni un campo di volontariato e per il resto del tempo viaggetti alla scoperta dell’India del nord.
Come sempre finita la sessione estiva torno sul gruppo Telegram di Dischirotti e mi scuso per essere temporaneamente sparita causa impegni universitari, e subito dopo imploro per suggerimenti e idee per scrivere nuovi pezzi. Non sono una creativa. Per niente. Ci convivo e quindi cerco supporto in questo gruppo di bella gente.
Appena ho raccontato delle mie vacanze al “grande capo di Dischirotti” è nata una grande idea: raccontare questo viaggio attraverso la musica. Nasce quindi oggi un racconto a puntate nel quale cercherò di farvi vivere l’India in tutte le sue sfaccettature, come se vi portassi con me, in quello zaino da 15kg che conterrà la mia vita per un mese. Ovviamente per farlo al meglio mi farò aiutare (come sempre più cervelli insieme lavorano meglio di uno solo), quindi chiederò consigli alle persone che partiranno con me, a qualcuno che incontrerò durante il viaggio e magari anche a qualcuno che invece mi aspetta a casa.
Sarà un diario di viaggio, di persone, di luoghi.
E voi siete pronti a partire?
Istruzioni per l’uso:
• Mettersi comodi e infilarsi le cuffiette
• Far partire la playlist (che trovi in fondo alla pagina) possibilmente con la canzone associata alla giornata che state per leggere
• Leggere tutto d’un fiato, così come è stato scritto dalla sottoscritta
• Se necessario rimettere la canzone da capo, chiudere gli occhi e immaginare.
Indian Tapes_ #1_31.07.2018
Non sono ancora partita, ma mi piaceva l’idea di iniziare da qui, da casa.
Motivo per cui la prima persona da cui mi farò consigliare una canzone è la mia mamma. Già, perché la mamma è sempre la mamma. E anche se siamo grandi i consigli pre-viaggio delle mamme sono qualcosa di fondamentale. Sicuramente la mamma ti ricorderà di aver dimenticato qualcosa, che sia l’adattatore universale, lo spazzolino o un buon libro da leggere durante le lunghe attese in aeroporto. È il lavoro delle mamme, lo sanno tutti.
Bene, ho chiesto consiglio e la risposta è stata “Buon Viaggio di Cesare Cremonini”.
Circa due anni fa mia mamma ha deciso di andare a fare il cammino di Santiago con altre due sue amiche e questa è stata la canzone che le ha accompagnate durante le faticose giornate di salita e discesa tra le colline della Galizia.
Me la dedica “con tutto il cuore” e io non potrei essere più felice.
Indian tapes #2 _ 02.08.2018
Sempre in patria, domani prendo l’aereo per Delhi.
La mia partenza coincide con la partenza della mia migliore amica per l’Erasmus. Da molti punti di vista è una cosa tristissima, dall’altra sono contenta che il mio viaggio in India corrisponda al suo primo mese via dall’Italia, almeno riuscirò ad abituarmi alla sua mancanza senza passare sotto un treno di malinconia (sì, in fondo sono una romanticona).
Con i saluti ho colto l’occasione per sottoporre anche a lei la magica domanda che guida la scrittura di questa rubrica, ed eccovi la risposta:
“”Whatever” degli Oasis perché “you’re free to be whatever you choose”. E questo lo si capisce davvero solamente viaggiando, fuori e dentro di sé e nelle storie delle persone che incontrerai.
E poi perché cazzo ti vedo troppo col vento in faccia che ti scompiglia i capelli a girare per strade sterrate.”
Grazie. Ora potete immaginare perché le voglio così bene.
Poi è stato il mio turno e sono andata sul sicuro: “Seve” di Tez Cadey.
È stata la canzone del mio Erasmus, ogni volta che la sento ricordo la prima festa nello studentato di Steinan quando Kit, “l’australiano scalzo”, ha iniziato a tirare fuori canzoni ma sentite dal suo Spotify premium. Con questa canzone le passo il testimone e le auguro di vivere questa esperienza al 200% perché non la scorderà mai, ne sono certa.
PS ho appena comprato un volo Torino – Trondheim per andarla a trovare. Sono felicissima.

Trovi qui la playlist “Indian Tapes” per accompagnare la lettura: